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Il Viaggio: tra Scoperta e Verità
Il viaggio protagonista di una nuova visione
4 settembre – 1 novembre 2021
Museo Diocesano di Vicenza
Piazza del Duomo, 10, 36100, Vicenza, Vicenza
Comunicato Stampa

La prima collaborazione del Movimento Arte Etica con il Museo Diocesano

di Vicenza, mostra in esposizione 4 artisti che dialogano sul tema del viaggio:

Luigi Dellatorre, Gianfranco Gentile, Alberto Salvetti e Alessandro Zannier

 

Il Viaggio: tra Scoperta e Verità, mostra site specific

sul viaggio nello spazio, nel tempo e alla scoperta di se stessi

dal 4 settembre 2021 al 1 novembre 2021

 

mostra a cura di Sandro Orlandi Stagl e Chiara Franceschini

con la collaborazione del Mons. Francesco Gasparini e Paolo Mozzo

fra gli eventi collaterali del fuori salone della Fiera dell'oro di Vicenza - VIOFF

 

La mostra Il Viaggio: tra Scoperta e Verità costruisce un dialogo stimolante fra le opere di 4 artisti del Movimento Arte Etica i quali, sfruttando il tema del viaggio, colgono l'occasione per parlare di inclusione sociale, di rapporto con la natura e con il territorio, di interazione fra uomo e ambiente a 360 gradi.

L'obiettivo della mostra è di stupire con le installazioni e le opere proposte, ma soprattutto di coinvolgere ogni visitatore con l'ambizione di lasciare un segno, instillare una riflessione costruttiva che ciascuno porterà con se, assieme alla voglia di partecipare alla sfida collettiva di costruire un mondo migliore e un futuro di cambiamento verso una nuova prospettiva stimolante e possibile.

 


 

Il Viaggio: tra Scoperta e Verità

Il viaggio come protagonista di una nuova visione

 

Come conseguenza del progetto Entanglement presentato in luglio fra gli eventi ufficiali del Padiglione Italia della Biennale di Architettura di Venezia, Alessandro Zannier ha tratto ispirazione per presentare al Museo Diocesano 3 grandi opere su tela che sono il primo esperimento pittorico di una natura morta di un iperoggetto: l'artista non ritrae un set di oggetti fisici e reali posti su un piano davanti a sé, ma costruisce (con l'ausilio di un esperto softwarista londinese) un sofisticato programma in grado di elaborare masse di dati che rappresentano alcuni aspetti del comportamento umano e le sue conseguenze (inquinamento acustico delle acque, polveri sottili in aria, dispersione delle microplastiche, ecc...) trasformandole in immagini video dinamiche e colorate, secondo la propria visione artistica. Alcune di queste immagini sono state trasferite con acrilici, vernici cangianti e pennelli sulle tele preparate da Zannier. Inoltre, siccome il prossimo anno saranno passati 100 anni dalla nascita di Jack Kerouac, l'artista omaggia lo scrittore simbolo della Beat Generation e il suo libro cult, “On the road”, emblema del viaggio per antonomasia, riproponendo un rotolo di 36 metri (il libro fu scritto su un rotolo di carta per telescrivente della stessa lunghezza) di tela dipinta con gli stessi ritmi cromatici delle pitture di iperoggetti, installata con alti e bassi come metafora di ogni viaggio che intraprendiamo durante la nostra vita, sia fisico, sia metaforicamente esistenziale durante la nostra permanenza sulla terra.

Luigi Dellatorre utilizza invece la tela jeans, materiale pop per eccellenza, come fosse la base oceanica per le sue mappe s-geografiche, cucite con itinerari complessi e zigzaganti che uniscono percorsi incredibili fra isole e continenti e ci ricordano la terra di oggi e la terra del passato, ipotizzando nuove geografie del futuro e della fantasia. L'artista riflette sulla condizione contemporanea di un'umanità che grazie alle sofisticate tecnologie satellitari ha ormai mappato ogni angolo del proprio pianeta, ridimensionando il fascino del viaggio esplorativo che alcuni secoli fa ha portato le civiltà a scoprire nuove terre e nuove via di comunicazione. Ma proprio questa consapevolezza suscita nell'artista una domanda che dovrebbe essere condivisa come manifesto del nostro futuro prossimo: ora che conosciamo ogni luogo del pianeta, cosa facciamo per condividerne insieme le risorse? Quale sarà la strategia di convivenza fra gli uomini per un futuro di armonia e di felicità su questo territorio ormai del tutto definito? Sembrano domande retoriche ma sarebbe una follia non provare nemmeno a porsele e soprattutto non cercare ostinatamente delle risposte.

Alberto Salvetti entra invece a gamba tesa su un tema spinoso ma cruciale, quello della convivenza fra uomo e natura selvaggia. Infatti gli animali selvatici dei nostri territori, come lupi, orsi, cervi e linci, stanno ripopolando le aree limitrofe alle città dopo decenni nei quali avevano abbandonato queste zone, cacciati dall'uomo e dalle sue attività, spesso inquinanti e deturpanti dell'ambiente. Si ripropone sempre più il tema della convivenza con l'orso e il lupo con tutte le paure e le inquietudini che esso comporta: tuttavia la loro presenza vicino alle città è un significativo segnale di miglioramento ecologico, di un graduale ripristino della biodiversità, spesso spazzata via dall'uomo per far posto alla propria colonizzazione territoriale. L'artista ci suggerisce di percepire gli straordinari aspetti positivi di questa convivenza minimizzando quelli negativi e ponendosi in ascolto, come fanno le sue sei donne di terra cruda e senza orecchie, nell'installazione in circolo “Pangea”, per far capire al visitatore che ascoltare non si riferisce solo ai suoni che ci arrivano, ma anche alle voci corali che la natura ci invia e le voci ancestrali che dentro di noi ci mantengono in qualche modo in contatto con la nostra madre terra. I dipinti che lo ritraggono mentre trasporta fra le città le sue sculture di animali creati con articoli di giornale che trattano questi temi, sono tutti su fondo dorato; lo sfondo infatti, il paesaggio, l'ambiente, è la cosa più preziosa che abbiamo, il vero oro di cui abbiamo bisogno.

Gianfranco Gentile infine, apre la mostra con una grande opera, rivisitazione del famoso quadro “La zattera della Medusa” di Theodore Gericault, sostituendo i naufraghi umani con gli animali, ricucendo il cerchio aperto da Salvetti che invita il visitatore a considerare l'ambiente la nostra risorsa strategica del presente e del futuro. I naufraghi oggi sono proprio gli animali, sempre più a rischio di estinzione a causa dell'appiattimento della biodiversità, conseguenza di una globalizzazione selvaggia e non più sostenibile. Nella parte opposta dell'allestimento espositivo l'artista espone le opere dedicate al viaggio della speranza che quotidianamente percorrono i migranti di tutto il mondo, sia per scappare da guerre e miseria, sia per inseguire il sogno di una vita migliore. Le sue opere sono realizzate su cartone ondulato riciclato, un materiale apparentemente fragile che amplifica la fragilità dei migranti ritratti, ma anche ci mostra come l'arte e la cultura possano prendere vita dai materiali più poveri e improbabili, fondando la propria forza emotiva molto più sulle idee che sulla materia. L'ultimo messaggio indiretto che ci lascia Gianfranco Gentile è quello dell'economia circolare; riciclare i materiali è la chiave che permette ad ognuno di noi di dare un contributo concreto e quotidiano al futuro del nostro pianeta, agendo in modo sostenibile e responsabile.

La mostra coniuga etica ed estetica offrendo a ciascun visitatore l'occasione di divertirsi e contemporaneamente di imparare qualcosa di bello e di utile.

 


 

Abbiamo attivato un servizio dedicato ai visitatori e ai collezionisti che potranno fare domande dirette agli artisti e al curatore attraverso il Direttore della mostra, scrivendo a: paolo.mozzo@artantide.com.

 


 

Il Viaggio: tra Scoperta e Verità

Dal 3 settembre al 1 novembre 2021

Location: Museo Diocesano di Vicenza, Piazza Duomo, 10

Orario di apertura: dal lunedì alla domenica ore 14.00 – 18.00

Sito web: http://www2.museodiocesanovicenza.it

Artisti: Alberto Salvetti, Alessandro Zannier, Gianfranco Gentile e Luigi Dellatorre

Direttore Artistico e curatore: Sandro Orlandi Stagl

Curatrice: Chiara Franceschini

Organizzatori Responsabili: Mons. Francesco Gasparini, Paolo Mozzo

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