(Milano, 1936)
120 × 80 cm / 46,8 × 31,2 in
Ogni anno dal 1992, il 23 maggio, a Palermo e in altre città
d’Italia, si appende alle finestre delle case un lenzuolo
bianco, una sorta di flash-mob ante litteram. Dopo la strage
di Capaci e di via d’Amelio tale ricorrenza è diventata un
simbolo dell’antimafia e un segno di libertà e di giustizia. Un
segno nato non per volontà politica o dalle istituzioni preposte,
ma da una volontà popolare, stanca di soprusi, violenze
e ingiustizie.
Nel ricordare questa ricorrenza, l’artista Umberto Mariani
intende suscitare l’attenzione sia degli studenti (in primis
quelli che frequentano il Liceo Artistico Michelangelo Guggenheim),
sia del popolo del Camerun (che partecipa per
la prima volta alla Biennale di Venezia con il suo padiglione
nazionale), sia di tutti gli altri visitatori, sul fatto che la
criminalità sia ovunque, non solo in Sicilia, ovunque vi sia
corruzione e ovunque la corruzione sia un freno alla libera
crescita delle persone e allo sviluppo onesto di un’economia
sana, alimentata dalle nuove generazioni.
Umberto Mariani ha deciso di appendere su tutte le 28 finestre
poste al piano primo del liceo e prospicienti l’antico
chiostro monastico un drappeggio bianco, plissettato,
secondo il suo tradizionale stile espressivo che lo ha reso
famoso nel mondo dell’arte, lasciandolo libero di sventolare
secondo le naturali spinte del vento.
L’artista, sposando la simbologia nata con la ricorrenza siciliana,
lancia un messaggio forte contro la corruzione come
male assoluto, verso cui l’arte deve accendere i riflettori e
sensibilizzare il pubblico a non rimanere indifferente.
Solo successivamente, una volta conclusa la Biennale di Venezia,
i drappi saranno raccolti e posizionati dall’artista in
apposite teche, riportando ciascuno un numero progressivo,
da 1 a 28, la data della Biennale e il luogo espositivo. Ogni
“lenzuolo” o “drappo” sarà diverso dagli altri e riporterà fedelmente
le piegature e i colori che il tempo e le intemperie
gli avranno procurato.